

La Serie A è ferma per il Mondiale. Stefano Pioli, allenatore del Milan, dice tutto a Sky Calcio Club. Queste le sue parole, tra Leao, Giroud e le sue idee di calcio.
GIROUD – “Credo che Olivier sia un un momento psicofisico ottimale. Aveva grande entusiasmo per il Mondiale e si sta dimostrando un grande giocatore. Sono contento per lui e per Theo, spero continuino così. Mi è bastato fare una videochiamata con lui per capire il suo spessore e le sue capacità. Ha sempre inciso molto, non solo con i gol. Mette grande generosità quotidianamente. È un ragazzo molto determinato: raccoglie tutte le caratteristiche importanti per essere un leader. Meglio che esca subito? Credo sia molto più facile allenare giocatori soddisfatti che rimotivarli”.
KJAER – “Non è tornato felice, la Danimarca affrontava per la prima volta il Mondiale con delle aspettative superiori”, riporta Milannews.
LEAO – “Ho dato una regola ai giocatori. Voglio lasciarli tranquilli ma devono chiamarmi dopo ogni partita. È meglio per il rinnovo se gioca poco al Mondiale? Posso sfruttare tutto a nostro favore. Sta bene, è contento perché il Portogallo sta facendo bene. Poco spazio? Queste sono situazioni difficili da giudicare da lontano. Se vedi Leao in allenamento ha un potenziale incredibile. Ha una capacità tecnica abbinata alla velocità che pochi hanno. Ha dovuto affrontare nuovi metodi di lavoro ed una realtà diversa. C’è voluto un po’ di tempo. Credo che debba fare ancora un salto per diventare un campione vero, quello che deve diventare. Rientra di più? Dipende dalla strategia della partita, uno contro uno diventa difficile da prendere. Ma ci sono volte in cui si accentra e altre in cui si abbassa troppo. I giocatori così offensivi devono stare più vicini all’area. Lui può giocare dappertutto. Credo che possa diventare ancora più decisivo nell’area avversaria. È un ragazzo molto intelligente, molto disponibile. Stiamo comunque parlando di giocatori che hanno talento, devono avere la libertà negli ultimi 30 metri. Voglio che chiuda di più sul secondo palo, glielo dico sempre. Dovrebbe impattare di più”.
RINNOVO LEAO – “Leao sta bene con noi, lo vedo e lo sento. Paolo, la società e Rafa stanno parlando. Aspettiamo buone notizie. Io voglio bene a Rafa, penso che il suo percorso con noi non sia ancora finito. Lui sta bene a Milano, con i compagni”.
MONDIALE – “È più un Mondiale di individualità: quest’anno hanno preparato i Mondiali in una settimana. È difficile per un allenatore dare un’identità, anche se Luis Enrique credo che giochi il miglior calcio. Non ci sono state grandi sorprese a livello tecnico-tattico. Hanno guardato più alla concretezza ed alle individualità visto che ogni partita ha un peso specifico importante. Noi abbiamo giocato l’ultima partita molto importante contro la Fiorentina: non ho visto i miei giocatori che pensassero al Mondiale. Buttarsi subito in una competizione del genere in una settimana non è stato semplice”.
RIENTRO GIOCATORI – “Per noi che abbiamo avuto la possibilità di rifiatare è stato un bene. I giocatori che torneranno sono un punto interrogativo, a differenza di quelli che non hanno partecipato visto che hanno riposato, anche se hanno avuto sei sedute individuali”.
RANGNICK – “Ho avuto tutto il sostegno da parte dell’area tecnica. Ma anche da Gazidis, che si è sempre comportato in modo corretto: a Milanello ci disse che tutti eravamo sotto esame. Durante il lockdown abbiamo dato dieci giorni di riposo ai giocatori e poi siamo tornati ad allenarci su Zoom. A Milanello, al ritorno, qualcosa era cambiato, ma non so che cosa. Siamo ripartiti e poi abbiamo fatto bene”.
MALDINI – “Se abbiamo fatto questo percorso è perché tutte le componenti hanno dato il proprio contributo. Dal primo giorno che sono entrato a Milanello mi sono sentito bene ed il confronto con Maldini e Massara mi ha dato più forza nel mio lavoro. È una cosa che all’allenatore dà più forza, più fiducia. Maldini non è lì solo per gli allenamenti è lì per rapportarsi con tutti, è una figura centrale. Parliamo di una persona di un livello di conoscenza, di DNA incredibile”.
IBRAHIMOVIC – “Senza togliere nulla a qualcuno, Zlatan è stato un elemento determinante nella crescita della squadra. È arrivato in un gruppo giovane, e per la prima volta in una squadra non vincente e con giocatori non simili a lui, ed ha capito una realtà diversa. Tutti hanno saputo accettare pregi e difetti. La sua mentalità e la sua determinazione ha alzato il livello della squadra. Se c’era Zlatan in allenamento, c’era un certo livello. Ma anche Kjaer, Giroud, Maignan. Abbiamo quattro-cinque giocatori leader che fanno da traino al gruppo”.
RIENTRO IBRA – “Sta facendo di tutto per tornare, gennaio sarà un mese importante in cui dovrà rinforzare il suo recupero. Mi auguro che possa tornare bene”.
PROGETTO – “Paolo e Ricky volevamo investire su determinati giocatori con costi sostenibili per una società che voleva portare avanti un certo tipo di percorso. È un percorso che non dà risultati immediati, ma noi siamo stati bravi ad anticipare queste tempistiche”.
MODELLI – “Tanti allenatori. Guardo tante partite di Guardiola, Nagelsmann, Klopp… Ogni grande allenatore ha una caratteristica principale. Io ho completato il mio staff con dei video-analisti giovani che mi hanno aiutato a conoscere situazioni nuove. E ho la fortuna di allenare giocatori disponibili. Come, per esempio, la proposta a Theo e a Calabria di entrare dentro il campo: da loro ho visto entusiasmo. Se chiedo a un giocatore di fare una cosa e lui non se la sente, faccio un passo indietro io. Ho detto a Guardiola che tutti gli fanno i complimenti per la fase offensiva, ma per me lui è il più bravo a recuperare palla. Non tutti gli avversari sono uguali, ma noi come idea abbiamo quella di non fare giocare le altre squadre. Quest’anno siamo più lunghi e meno compatti? Sì, ma perché con i mediani accorciamo di meno, concediamo il primo passaggio, dobbiamo essere più rapidi”.
TREQUARTISTA – “Quando gioca un centrocampista sulla trequarti ti dà sicuramente una fase difensiva più solida. Ma quest’anno non siamo peggiorati a livello di numeri difensivi”.
NUOVI – “Vranckx, Thiaw e De Ketelaere? Sono arrivati solo tre mesi fa. In tre mesi è impossibile che un ragazzo giovane possa ambientarsi subito, è normale che ci voglia tempo. Ci siamo anche allenati poco. Con la sosta del Mondiale stiamo facendo tutti dei bilanci troppo limitati”.
DE KETELAERE – “È un centrocampista che deve svariare. Io gli do libertà, anche se un compito senza palla deve averlo. In Belgio giocava “da solo”, senza rendersi conto della collaborazione dei compagni. Ora deve imparare a leggere gli spazi. Questa pausa può aiutarlo, anche se al Mondiale ha giocato poco. Vediamo tutti che giocatori sono diventati Tonali e Leao, su cui c’erano dubbi. L’anno scorso li avevo lasciati a maggio in una situazione e li ho ritrovati diversi a luglio alla ripresa. Quest’anno ho visto questa cosa in Bennacer ed in Messias”.
KALULU – “In campo ha una personalità da giocatore maturo, magari lo vedi e ti sembra un bravo ragazzo e non te lo aspetti. Nell’Under francese si alternava tra centrale e terzino destro. Anche in allenamento dava l’impressione di essere più sicuro da centrale. Anche in costruzione ha più letture da centrale che da terzino. Pierre e Tomori hanno nelle caratteristiche per un calcio moderno, anche se ti prendi dei rischi”.
NAPOLI – “Ha una grandissima qualità. È allenato bene da un grande allenatore. Se il Napoli mantiene questo ritmo, noi abbiamo giocatori una grande partita e non ci meritavamo la sconfitta. A inizio anno? Ha perso Insigne, Koulibaly, Fabian… non pensavo fosse così. Sta giocando un calcio importante, ma il campionato è ancora lungo: ci sono ancora 69 punti a disposizione e ci sono squadre che possono fare otto-nove vittorie consecutive”.
JUVE – “Hanno fatto questi risultati senza Di Maria, Pogba, Chiesa. Il loro organico è tra i primi del campionato”.
MEGA RECUPERI – “Io faccio fatica a perché non si arrivi al tempo effettivo. La motivazione di Collina è corretta, perché anche a noi è capitato di giocare 46-47′ minuti. Io sarei per due tempi da 30 minuti, i giocatori perderebbero meno tempo. Perché in Champions non protestano e non stanno per terra? Perché non te lo permettono. Perché gli arbitri in Italia sugli angoli devono andare in area a dire di non fare fallo? Quando si va in Europa l’arbitro non ti spiega nulla, qui no. Devi fare l’arbitro… troppe spiegazioni”.