

E’ sicuramente la fante-sorpresa dell’anno. In estate, chi si aspettava un Papu Gomez su questi livelli? Lui sì e ne ha parlato in una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, in cui ha offerto tanti spunti in chiave fantacalcio. “Papu? È un soprannome che mi ha dato mia mamma. Solo mia moglie mi chiama Ale”.
RUOLO – “Al San Lorenzo avevo Simeone, ai tempi un ultra-offensivo. Mi diceva: “In Europa dovrai fare l’esterno”. Io invece ero un attaccante, volevo solo fare i tunnel. Litigavamo sempre. Quando mi ha allenato a Catania, mi ha detto: “Ti ricordi quei discorsi?”. Ricordavo. Sono tornato a fare l’attaccante con Gasperini. All’inizio non sapevo dove mettermi, poi ho capito: devo stare sulla sinistra ma più centrale, per lasciare spazio a Spinazzola”.
PARAGONI – “Mertens è uno dei miei preferiti. Fa movimenti senza palla da grande attaccante: taglio sul primo palo, corto-lungo, lungo-corto”.
CON GASP – “Si lavora tantissimo, si carica soprattutto il martedì e il giovedì. Durante il primo mese di ritiro, me ne volevo andare a casa. Non avevo mai corso così tanto. Neanche con Simeone e il “Profe” Ortega, il suo preparatore atletico che per me è bravissimo. Anzi, per me il 70-80% di quello che fa Simeone, lo fa grazie a lui”.
PAPU JR – “La prima volta gli ho fatto mangiare la sabbia e ha pianto. In Argentina hanno scritto “il Papu quasi frattura il figlio”, ma non l’ho quasi preso. Esagerati. La seconda volta, infatti, rideva come un matto”.