

Qualcuno lo avrete preso all’asta di riparazione, qualcuno ad agosto. Alcuni davvero impensabili, altri come scommesse e poi via, diventati protagonisti. Altri ancora top player di nome, ma anche di fatto? Sì, grazie alle intuizioni degli allenatori che vi hanno cambiato tutto al fantacalcio. Una vera e propria svolta l’hanno garantita loro.
– Andrea Petagna: chi l’avrebbe immaginato? Sorpassa Paloschi, annienta la concorrenza, gioca sempre. Protagonista con Gasperini.
– Danilo D’Ambrosio: per De Boer è uno dei tanti, gioca e non gioca. Poi, arriva Pioli e gli consegna la fascia. Titolare fisso, rendimento ottimo. Fantacolpo.
– Keita Baldé: a inizio settembre, va via alle aste per pochi crediti. Perché è in rotta di collisione con la Lazio, litiga con Lotito, sembra finire male. E invece Inzaghi lo valorizza: stellina con bonus e ottimi voti.
– Samir: il nulla cosmico con Iachini, perfetto sconosciuto o quasi negli anni precedenti da centrale difensivo. All’improvviso, un geniale Delneri lo rende uno dei migliori terzini mancini del campionato.
– Federico Chiesa: il cervellotico Paulo Sousa una giusta l’ha fatta. Chiesa è un colpo di genio, sulla fascia corre per tre e trova anche qualche bonus. Giocatore vero.
– Juan Cuadrado: parte come sempre da primo cambio, da jolly. Poi, Allegri si inventa il 4-2-3-1 e lui diventa un perno insostituibile. Sta vivendo una stagione magica: chapeau.
– Lorenzo Pellegrini: un giovane da inserire ogni tanto, così dicono di lui. E invece Pellegrini si carica spesso e volentieri il Sassuolo sulle spalle, va anche a bonus, Di Francesco ha avuto un’ottima idea.
– Dries Mertens: il capolavoro per eccellenza. Due mesi infernali al fantacalcio perché o parte dalla panchina, o segna solo in Champions. Poi si fa male Milik, si ritrova prima punta e… il resto è storia nota. Chapeau, Sarri.
– Davide Zappacosta: doveva partire alle spalle di De Silvestri, invece si ritrova turbo di un Torino che non fa a meno della sua spinta. E con ottimi voti. Colpaccio.
– Antonio Barreca: copia e incolla Zappacosta, sull’altra corsia. In questo caso si fa male Molinaro, lui ne approfitta e Mihajlovic ha ragione a puntarci forte. Talento vero.