

Kevin Lasagna si presenta, ai tifosi del Verona e non solo. Queste le parole dell’attaccante in conferenza stampa, riportate da TMW: “L’ambientamento sta andando molto bene: ho trovato un gruppo di ragazzi perbene, oltre ad una squadra forte. Ho avuto modo di conoscere di persona il mister, che ha un grande approccio e una mentalità importante. La trattativa è durata non più di qualche settimana: è arrivata questa opportunità, e parlando col mio agente ci ho pensato davvero poco, perché è un passaggio che mi può portare benefici”.
RUOLO – “Sono una prima punta, ma posso fare benissimo anche la seconda. Anche in allenamento il mister sta provando a variare: sto giocando sia come prima punta che insieme a Kalinic. Da mezzala non ho mai provato e non penso sia il mio ruolo naturale, ma mai dire mai”.
FUTURO – “Il Verona è una squadra in continua crescita, basta guardare gli ultimi due anni. E questo ti fa pensare che c’è ambizione di fare cose importanti, questo è quello che più mi piace di questa società. Per questo ho scelto subito, senza pensarci. La Nazionale è sempre tra i miei obiettivi. Per arrivarci dovrò fare molto bene: se farò bene col Verona sarà più facile che arrivi la chiamata. Ma c’è tanto da lavorare”.
CONTRO L’UDINESE – “È un po’ strano, ma mi sono subito messo a disposizione del mister, indipendentemente dal fatto che io parta titolare o che giochi un solo minuto. Con l’Udinese si ricercava più la profondità, qui il mister vuole la ricerca della prima punta e poi della profondità. Sono sistemi simili, ma migliorerò col tempo. Negli ultimi tre anni sono andato in doppia cifra due volte. È vero che non sono partito benissimo, ma penso che questo cambio di maglia possa darmi gli stimoli per andare ancora in doppia cifra“.
BARAK – “Il primo anno a Udine fece molto bene e mi fece parecchi assist. Anche domenica in un tempo lo si è visto, perché cercava la palla filtrante per me. Lui ha grande qualità e penso che questo possa solo migliorare col tempo”.
ALLENAMENTI – “Sono molto intensi: me ne avevano parlato, ma viverlo quotidianamente è diverso. Ma quest’intensità si vede in campionato: vedere che negli ultimi dieci minuti vai più forte dell’avversario ti ripaga anche della fatica in settimana”.