

Al Quotidiano di Puglia, l’allenatore del Lecce Marco Baroni ha parlato così dei singoli e non soltanto: ”
GIOVANI – “Con l’area tecnica, con la società e con la nostra gente siamo riusciti velocemente a far capire a questi ragazzi cos’è Lecce, cos’è il Salento, e qual è il significato di indossare questa maglia. Lo abbiamo fatto con coraggio, con sacrificio, con compattezza. Questa è stata per me la cosa più importante inizialmente, poi piano piano siamo riusciti anche a costruire un’identità e sull’identità anche le prestazioni che hanno portato risultati importanti”.
BLIN – “Ho cercato di smarcarmi dalla domanda diretta su Baschirotto e adesso torna a bomba con Blin… Non mi piace parlare di prestazioni, preferisco parlare di modelli. Una squadra deve sempre avere dei modelli, dei riferimenti, così come l’allenatore deve dare al gruppo il senso dell’equità anche se poi non è mai facile perché alla fine sai di avere 25 calciatori a disposizione e di questi undici vanno in campo dall’inizio e altri cinque entrano dopo. Proprio questi cinque per me sono fondamentali perché entrano in campo nelle fasi delicate dei match, quando c’è da cambiare un risultato o difenderlo. Per questo io do un grande valore a chi entra dalla panchina. L’allenatore deve essere un riferimento per la squadra, non deve mai guardare a quello che è stato un calciatore o al nome che ha ed in questo senso non faccio sconti nessuno. Posso aggiungere che a volte si diventa modelli anche senza parlare ma agendo e noi abbiamo dei giocatori che agiscono, che diventano dei modelli lavorativi per tutti nella professionalità, nella dedizione, nella capacità di farsi trovare sempre pronti. Alex è sicuramente uno di questi. Al suo arrivo a Lecce ha pagato inizialmente il cambio di cultura calcistica, si è adattato, ha capito il nostro calcio perché è un ragazzo intelligente. Prima è stato un esempio nella serietà del lavoro mentre adesso è anche un esempio per quello che dà in campo. E noi abbiamo bisogno di gente così”.
BASCHIROTTO – “È un altro ragazzo che il Lecce ha scelto perché pensavamo che con la sua fisicità potesse darci una mano. Lo abbiamo preso come terzino destro ma nel momento della difficoltà lui si è fatto trovare pronto e adesso si sta ritagliando un ruolo importante. Lo sta facendo an- che attraverso il lavoro quotidiano: Federico arriva prima, va sul campo a lavorare, dà sempre tutto, è sempre pronto a richiamare gli altri, a dare forza e spirito”.
HJULMAND – “Ci sono tanti ragazzi con queste qualità. Il capitano è Hjulmand ma nel mio Lecce ci sono tanti altri piccoli capitani. Penso ad esempio a Marco Bleve o allo stesso Brancolini. Posso assicurare che la squadra si alimenta di questi atteggiamenti”.
NUOVI – “Adesso abbiamo preso Cassandro, è giovane e magari ci sarà da lavorare però sono convinto che nel giro di un mese ci darà delle soddisfazioni. E lo stesso vale per Maleh, anche se lui viene da un club importante”.
UMTITI – “Samuel è arrivato in estate e inizialmente ha avuto delle difficoltà. E infatti è stato fuori. Quando non giocava il ragazzo è stato un esempio per tutti e quando ha sbagliato ha riconosciuto anche gli errori: questo è stato importante perché comunque io gli ho fatto capire stavo costruendo un percorso per metterlo nelle condizioni migliori perché, è chiaro, tutti aspettavano Umtiti. Me lo chiedeva la gente per strada, anche chi non tifa per il Lecce. Ma quando si viene da un infortunio e da quattro anni in cui non hai giocato con continuità bisogna lavorare e saper aspettare. L’arrivo di Samuel è stato un investimento reciproco, l’obiettivo era di riportarlo ai suoi livelli. E devo dire che lui si è sempre posto bene con tutti”.