

Mario Balotelli si racconta, a 360°. L’attaccante del Brescia ha parlato in una diretta Instagram con Er Faina, queste le sue parole tra passato e futuro. Con tanti aneddoti e un retroscena di mercato sulla Juve.
MOURINHO – “Le tre persone più importanti nel calcio? Mancini, Galliani e Mourinho. Alla fine ho imparato tante cose da Mourinho. Non abbiamo avuto un brutto rapporto, andavamo d’accordo. Ogni tanto avevamo solo qualche battibecco. Lui diceva una cosa, io ne dicevo un’altra. Solo una volta c’era stato un episodio particolare e non avevo giocato per due partite, ma solo quella. Un aneddoto? Ricordo che dopo che avevamo vinto la Champions eravamo sul pullman, io ero in fondo sdraiato. Lui stava salutando i giocatori e tutti piangevano, perché stava lasciando l’Inter”.
JUVE – “Con Galliani ho avuto un bellissimo rapporto. Ricordo quando mi ha voluto al Milan. Dopo il Manchester City stavo andando alla Juve. Ero anche d’accordo nell’andare alla Juve – raccoglie SOS Fanta -. Poi si è messo in mezzo Galliani, quando mi hanno detto del Milan non ci ho più visto, sono anche simpatizzante rossonero. Se guardavi la classifica mi sarebbe convenuto andare alla Juve. Ho scelto così perché il Milan è nel mio cuore. Ti dico la verità, io impazzisco anche per l’Inter, le due squadre di Milano mi sono sempre piaciute entrambe. La Juve mi sarebbe andata anche bene, poi ha vinto tutto tranne la Champions. Ci ho pensato, ho riflettuto sulla Juve, ma alla fine ho scelto con il cuore”.
MANCINI – “Ricordo il mio primo gol in Serie A. Mancini mi aveva messo ala nel 4-4-2, io volevo giocare attaccante. Dentro di me impazzivo”.
NAZIONALE – “Rappresentare il tuo paese è sempre qualcosa di meraviglio. Ovviamente mi piacerebbe tornare in azzurro. La gioia più grande da calciatore per me? Italia-Germania, non tanto per i gol, per l’emozione che ho provato con mia mamma dopo la partita. Continuava a piangere, non diceva nulla. La delusione più grande la finale di quell’Europeo, pensavo di poterlo vincere, ma la Spagna era davvero forte e noi eravamo stanchi. Vorrei rigiocare quella che partita io”.
MATERAZZI – “Botte da Materazzi? Parla, ma non ne ho prese così tante (ride, ndr). Lui picchiava tutti, faceva così con me, con Ibra, con tutti. Ho preso qualche calcio dai”.
ATTACCANTI – “L’attaccante con cui mi sono trovato meglio? Ho giocato con troppi fenomeni. Il migliore faccio fatica, giuro. Posso dirti Tevez, Ibra, Crespo, Cruz, Kakà, Gerrard, Sturridge, Sterling, Dzeko, ce ne sono talmente tanti. Aguero anche”.
FUTURO – “Come mi vedo tra 20 anni? Chi lo sa, se dovessi allenare non so, ho un carattere particolare. Non so come reagirei se un ragazzino mi rispondesse male, per esempio. Mi irrita la maleducazione, a livelli stratosferici. Ora come ora, preferirei vedermi come allenatore delle giovanili più che di una prima squadra”.
PASSATO – “Il club che mi ha fatto più crescere come uomo e calciatore? L’Inter. Club in cui tornerei? Non rispondo. I tifosi più caldi che ho visto? Quelli del Marsiglia, stupendi. Il coro del City bellissimo, anche quello. Anche Inter, Milan e Liverpool, ma al City mi amavano davvero. Marsiglia è tipo Napoli, ti entrano dentro. La Premier è meglio della Serie A; la Serie A meglio della Ligue 1. Io a Nizza? Ti dico la verità, quell’anno non avevo tante richieste come altre volte e Mino mi ha detto di andare, che il presidente voleva conoscermi. Non sapevo neanche ci fosse una squadra io. La città è spettacolare, arrivavo da Liverpool e Milan, mi tornava fuori della pubalgia, ho fatto cagare in queste due esperienze, ero giù di morale. Ho scelto Nizza anche per la città, c’erano anche due squadre di Premier League e vivere in Inghilterra non mi andava più. Tra Nizza e l’Inghilterra ho deciso dopo aver conosciuto presidente e allenatore, mi è piaciuto tutto. Poi è arrivato Dante, Belhanda, un vero fenomeno. Ho fatto due anni fantastici a Nizza. A Marsiglia sono stato 6 mesi, lo stadio è pazzesco. Marsiglia me la sono goduta meno, il primo giorno di allenamento i tifosi erano in campo incazzati coi giocatori”.
CASSANO – “Il compagno più divertente? Forse io (ride, ndr). Cassano? Ha un umorismo particolare”.
IBRAHIMOVIC – “Il mio rapporto con Ibrahimovic? Normale, gli voglio bene e mi vuole bene. È sempre stato duro con me, pretendeva tanto. Ma abbiamo sempre avuto un buon rapporto”.
FIGLIO – “Non spero che faccia il calciatore. Fare il giocatore è una vita dura, devi avere un carattere forte. Le cattiverie sono tante, le televisioni sono tante, i giornali sono tanti. Non è facile. Mia mamma sperava che non facessi il calciatore, voleva che finissi la scuola”.
TOTTI – “Non sono uno che non le manda a dire. Se avessi avuto qualcosa contro di lui gliel’avrei detto. In quel momento avevo capito che non ero io il problema per lui, c’era altro. Ha fatto un brutto fallo e ha preso il rosso, cosa dovevo dirgli? Le scuse non me le ha fatte. Ma ho capito che in quel momento non ce l’aveva con me, erano altri i suoi problemi in quella partita. Il campionato dopo l’ho anche abbracciato. Ha sbagliato e ha pagato, ma non c’era bisogno che chiedesse scusa. Non sono stupido, l’ho – tra virgolette – capito”.
MESSI – “Vorrei giocare con lui. Chi non vorrebbe giocare con lui? Dicono che in allenamento è incredibile, la curiosità è tanta. Anche se non succederà mai. Non mi farebbe schifo neanche giocare con Ronaldo, ma tra i due preferisco Messi”.
RIPRESA – “Non ho idea se si riprenderà a giocare. A volte pensi: porca p…a, mi alleno e non so se si ricomincerà. Non è facile. Io amo giocare a calcio, certo che vorrei giocare. Ma c’è una situazione che in questo momento va risolta. Il calcio passa davvero in secondo piano”.
BRESCIA – “È una grande società. Ho trovato un tifo fantastico e ragazzi fantastici. Quest’anno abbiamo fatto così, è andata in questo modo. Volevamo fare di più ma abbiamo trovato situazioni complicate durante il campionato. Dove vorrei andare? Io a Brescia sto bene. Me lo chiedono in tanti ma io sto bene qui”.
RAIOLA – “È molto simpatico, fa morire dal ridere”.
PIO E AMEDEO – “Sono dei pezzi di m…a (ride, ndr). Quando fanno la parte fanno morire dal ridere. Ma in realtà sono molto tranquilli e bravi. Erano venuto da me a Nizza, erano rimasti a dormire”.